L’Invenzione di Allen
Correva l’anno 1961 quando al meccanico del Missouri di nome Howless Wibur Allen, ispirato dal lancio sul mercato del nuovo ricurvo della Hoyt Pro Medallist (il primo arco che permetteva l’utilizzo di stabilizzatori), venne l’idea di applicare all’arco un’antica invenzione: la ruota.
L'idea brillante di Allen era basata sull’inserimento e montaggio di pulegge su un arco.
Il suo ragionamento si basava sul fatto che tal modo sarebbe riuscito ad ottenere un arco che permetteva di ridurre la forza fisica necessaria a tenderlo ma, allo stesso tempo, in grado di imprimere una grande forza alla freccia al momento del rilascio.
Creò cosi il suo primo arco sperimentale utilizzando un vecchio arco ricurvo che modificò tagliando la parte terminale del flettente e inserendovi pulegge di piccole dimensioni, che però risultò inutilizzabile proprio per le dimensioni troppo ridotte delle pulegge.
Allen fortunatamente non abbandonò l’idea e continuò a sperimentare differenti sistemi di pulegge, sviluppando vari prototipi che utilizzavano camme opportunamente sagomate e pulegge eccentriche. Entrambe le soluzioni diedero buoni risultati, ottenendo l’effetto desiderato: riuscire a maneggiare un arco molto forte con poco sforzo fisico.
Testando le sue nuove creature, Allen scoprì inoltre che la traiettoria della freccia era molto più tesa rispetto ad un arco ricurvo. Dopo ulteriori affinamenti della sua invenzione, Allen ne ottenne brevetto il 23 giugno del 1966.
Come per molti inventori di tutti i tempi, l’innovazione di Allen non fu un successo immediato; visitò tutti i costruttori d’archi degli U.S.A. ma non riuscì a convincerne nessuno a produrre il suo nuovo arco, principalmente perché le leggi statali americane proibivano l'uso di apparecchiature meccaniche applicate all’arco da caccia e le varie associazioni di tiro con l'arco non ne permettevano l’uso per le competizioni di tiro alla targa.
Nonostante questo, Allen era convinto del successo del nuovo arco tanto che decise di iniziare la produzione autonomamente. La scelta cadde su ruote eccentriche "erano più facili da costruire e garantivano una restituzione dell’energia più progressiva" ma c’era un grosso problema da risolvere: i cavi di rimando che passavano in prossimità della linea mediana dell’arco interferendo inevitabilmente con la freccia e causando seri problemi al volo della stessa.
Nel 1967 Allen modificò il progetto originale inserendo un set addizionale di ruote inattive montate nella zona mediana dei flettenti a 90° rispetto agli eccentrici montati all’estremo dei flettenti. Questa innovazione permise ai cavi di scorrere di lato rispetto all’asse di scorrimento della freccia eliminando il problema; inoltre Allen incrementò il peso del riser per conferire maggior stabilità e aggiunse dei regolatori a vite per permettere l’utilizzo di diverse lunghezze di cavi: era nei fatti la prima accordatura di un arco.
L’arco così affinato era veramente superbo, i valori d’energia immagazzinata erano eccezionali e garantivano traiettorie pulite e tese e permettevano di tirare le pesanti frecce da caccia a velocità eccezionali. Nonostante tutti questi pregi, le federazioni arcieristiche e governative continuavano a non permetterne l’utilizzo.
La grande svolta arrivò quando Allen spedì un’esemplare della sua creatura a Jennings, costruttore d’archi e rinomato redattore tecnico di un periodico sul mondo del tiro con l’arco, il quale esaminò attentamente il nuovo arco e pubblicò un articolo dal titolo il Compound Bow; era il 24 maggio del 1967.
Il successo di Jennings.
L’articolo creò un grande interesse attorno a quest’arco COMPOUND. Jennings lo portò con sè in occasione di un raduno arcieristico e lo fece provare ai partecipanti, l’entusiasmo dimostrato dagli arcieri convinse Jennings ad iniziarne la produzione.
Smise di fare archi ricurvi e dopo aver avuto la concessione della licenza di produzione dedicò tutti i suoi sforzi all’arco Compound.
Seguirono anni di duro lavoro per Allen e Jennings dedicati sia all’affinamento e allo sviluppo del compound che a persuadere le autorità statali e le associazioni arcieristiche ad ammettere l’uso del nuovo arco. Nel febbraio del 1970 i loro sforzi furono ricompensati, finalmente il nuovo arco era legalmente riconosciuto.
Lo sviluppo fu velocissimo, dopo pochi mesi già otto costruttori iniziarono la produzione del Compound. Jennings fece ulteriori miglioramenti al disegno di Allen sostituendo i regolatori meccanici con perni ottenendo quindi una significativa variazione d’angolo del cavo che migliorava l’efficienza dell’arco. Il suo modello nuovo fu chiamato " Arrowstar ".
Jennings Arrowstar
Sviluppo continuo.
Nel corso degli anni settanta, molti costruttori proposero una grande varietà di modelli.
Alcuni di questi erano molto complessi e bizzarri ma non sopravvissero a lungo quando i maggiori costruttori si orientarono verso modelli che oltre le prestazioni tenessero in considerazioni i costi.
Iniziano ad essere prodotti archi senza le carrucole di rinvio sui flettenti, risolvendo l’annoso problema dell’interferenza fra cavi e freccia in modi diversi:
Alcuni aumentarono lo spessore delle ruote eccentriche, creando grossissimi problemi torsionali ai flettenti.
Altri, inserendo una guida per i cavi in modo da tenere gli stessi spostati di lato rispetto al piano di scorrimento della freccia stessa; assomigliavano ed assomigliano (poiché questa soluzione è l’unica adottata oggi) al disegno originale di Allen.
Molti disegni originali sono apparsi sulla scena, tentando di interpretare e migliorare il disegno di Allen ma pochi sono degni di nota, uno di questi si deve all’americano John Islas che nel 1982 lo ha realizzato nei laboratori Oneida.
L’Oneida Eagle.
L'Oneida è un compound senz’altro strano e che può essere definito, usando uno slogan della casa madre stessa (THE ORIGINAL COMPOUND RECURVE), un compound ricurvo.
L’Oneida è una azienda costruttrice di archi nata nel 1982 da alcuni soci fondatori, fra i quali l’Ing. Vic Berger (inventore del BERGER o bottone ammortizzatore).
La fabbrica è ubicata fin dalla nascita nello Stato di New York, ma ha subito negli anni diversi spostamenti (sempre all’interno dello Stato di New York) da Syracuse a Phoenix, per essere nel 1996 collegata a Fulton, cittadina situata nei pressi del grande Lago Ontario. Il nome ONEIDA deriva dal piccolo Lago Oneida, nei pressi del quale è situata la omonima cittadina. ONEIDA più anticamente era il nome di una piccola tribù indiana, appartenente al gruppo linguistico IROQUOIAN settentrionale (Indiani d’America di Colin F. Taylor, ed. Idealibri), che abitava le rive del piccolo lago e scomparse tra il 1600 e 1700 forse perché sterminata dall’uomo bianco che avanzava nella zona dei Grandi Laghi americani o perché assorbita da tribù indiane confinanti (SENECA-MOHAWK) più numerose che potevano offrire maggior protezione.
L’arco Oneida è da considerarsi come l’estrema applicazione nel campo del compound del principio antichissimo della leva rigida (archi CINESI, MONGOLI, MAGIARI), usato sia qui come allora per flettere dei cortissimi e molto potenti flettenti dritti.
Nella fig.1 vediamo l’aspetto degli archi Oneida dalla comparsa (1982) fino al 1989. Tre modelli di bassa gamma (H250, TOMCAT50OT e HUNTER) differivano da quelli di alta gamma (SCREAMING EAGLE SE600 e SE1000T) solo per il materiale di costruzione delle camme (nylon nei primi, alluminio nei secondi) e per la tecnica di costruzione dei tips del flettente ricurvo (precostruiti in ABS nei primi, molati a mano sul flettente come un vero arco ricurvo nei secondi). Il riser era sempre lo stesso e le camme erano ad allungo fisso (c’erano camme di dimensioni diverse per i vari allunghi). Nel 1990 compare lo STRIKE EAGLE (fig.2) con riser completamente ridisegnato, più massiccio, finestra decentrata, camme ad allungo variabile mediante moduli (ogni arco era fornito di serie di 9 moduli per variare l’allungo nel range di 3" per ogni allungo, 3 percentuali di let-off: 40%, 50%, 65%) ed il flettente esterno più lungo e meno ricurvo (vedi fig.2). Tale variazione al flettente fu operata al fine di ridurre il rumore secco (caratteristico) che l’arco produce in chiusura e dovuto in massima parte alla corda che batte sul flettente ricurvo. Se il risultato della riduzione del rumore in chiusura fu raggiunto fu però a scapito della velocità della freccia che perse diversi fps, a causa del flettente più lungo e pesante. Nel 1992 l’Oneida ritornò sui propri passi con l’AEROFORCE ripristinando il flettente esterno più sottile ed arcuato con, in più, camme modificate. Queste erano rimaste di foggia invariata (tranne per l’inserzione dei moduli) dai primi modelli, fino allo Strike Eagle compreso. Nell’Aeroforce queste sono rese più "panciute" per aumentare l’accumuli energetico; in definitiva divengono più "cattive" con notevole incremento in fps di velocità. Nel 1995 compare il primo riser fresato dell’Oneida, con scarsa diffusione in Italia (fig.4, Aeroforce MR80) per l’alto costo (Lire 2.500.000) dell’arco (dovuto alla fresatura dal pieno) e alle prestazioni generali identiche all’Aeroforce con riser fuso. Nel 1996 è la volta del LITE FORCE), che ha riscosso un notevole successo, in quanto ha concentrato in se: riduzione delle dimensioni (44" invece di 47"), aumento di prestazioni dovute all’adozione di un flettente ricurvo ancora più corto e leggero e a una variazione della geometria dei cavi, riser prima forgiato e poi fresato, costo accessibile.
Jennings e il monocam
Correva l’anno 1983 quando Jennings disegnava la sua ultima creatura: il Compound in oggetto è un McPhearson Uniforce che è il primo mono camma, il quale risolve il problema della sincronizzazione delle camme che non vanno mai fuori tempo.
I diritti vengono acquistati dalla Bear Archery che assume Jennings come progettista.
I Vantaggi dell’arco compound.
L'arco composto è più efficiente ed immagazzina più energia che un arco ricurvo di pari libraggio, questo risulta evidente dai grafici di trazione relativi; si evidenzia che l’area sottesa al grafico, che rappresenta la quantità di energia elastica potenziale accumulata, è molto più grande nel compound rispetto al ricurvo. Inoltre la restituzione dell’energia alla freccia è graduale e crescente sino al raggiungimento dei valori di picco e non esplosiva nel momento di massima estensione della freccia (punto di rilascio), permettendo l’utilizzo di frecce di spine inferiore, rispetto ad un arco ricurvo che all’opposto ha una grande esplosione d’energia iniziale e che progressivamente decresce.
Inoltre:
Velocità: Maggior energia accumulata =maggior energia restituita.
Frecce più leggere: Proprio per il diverso modo di restituzione dell'energia si possono utilizzare frecce più leggere e di "spine" minori (meno rigide).
Traiettoria tesa: La traiettoria della freccia risulta più tesa.
Riduzione dell’impegno muscolare: è un fatto fondamentale: per l'azione delle camme all'ancoraggio lo sforzo di trazione è ridotto con percentuali variabili tra il 65% e il 85 % rispetto al carico di picco .
Taratura: Con la possibilità di variare il libbraggio è più facile adattare la freccia a l'arco, semplificando le operazioni di taratura.
Tiller: Anche sui modelli più economici il tiller è regolabile.
Maneggevolezza -- Le dimensioni ridotte lo rendono più maneggevole soprattutto a caccia e nel bosco.